lunedì 18 febbraio 2008

Ugolin the cannibal

Stamattina la metro era stretta parente della nona bolgia dell’Inferno. Novella Dante, sulla banchina ho assistito silente al monologo di un rubizzo carampano aka conte Ugolino che ha cercato di attirare la mia attenzione parlandomi nell’ordine di Sanremo, di Pippo Baudo e di Nelly Furtado.
Io, finta straniera e finta stranita, ho glissato, grazie al mio Zennino salvavita saldamente attaccato ai timpani. Al grido del conte “Spignete spignete” (=”Spingete” in romanaccio), la turba, me compresa, è entrata nel treno affollato, fino al subitaneo contrordine “Ma che te spigni?!Nun vedi che nun cestà spazio?!”.
A quel punto, il nobile ha ben pensato di poggiare il suo gomito sulla mia chioma liscia e fluente, diventata all’occorrenza un comodo puff.
Sempre meglio che mi venisse addentata, ovvio.

1 commenti:

Brukoniglio ha detto...

Episodio dalle fosche tinte cyberpunk: hai controllato che non fosse un replicante carnivoro?